Tutti vincitori – ovvero – Vedi Napoli e poi muori

La politica italiana è pura ammuina. Dovendosi escludere che possa produrre qualcosa di buono per la nazione, è altamente probabile che concorra attivamente a far danni. Vediamo l’ultima esibizione. Le elezioni dei presidenti dei due rami parlamentari.

Ognuno ha recitato scrupolosamente la sua parte in commedia. Tra i ridimensionati, il manovratore Berlusconi ha lanciato il povero famiglio Romani, costretto alla parte di agnello sacrificale. Il PD di Renzi si è calato nella parte di chi resta altezzosamente fuori dai giochi: il contrario di quello che un partito responsabile e capace dovrebbe fare. Tra i cresciuti, Di Maio e Salvini (un grande caratterista, questo: recita a memoria) hanno giocato a mostrarsi duri e puri.

Gran finale con Fico e Casellati. Insomma, tutti vincitori. Davvero!

Berlusconi è contento perché una sua pretoriana presidia la seconda carica dello stato. Renzi è contento perché è contento Berlusconi e lui può giocare a flipper (con uno discreto stipendio). Salvini è contento perché ha fatto la parte di quello che spariglia e, dopo il lancio del falso scopo Bernini, è comunque approdato su un nome graditissimo all’ex capo (ora il capo è lui). Di Maio è contento, perché ha pugnacemente resistito (onestà, onestà) allo scandalo di un presidente condannato per abuso di cellulare, eleggendo una importante esponente di quel partito che votò che Ruby è la nipote di Mubarak.

Qualcun altro aveva già vinto, perché un posto in Parlamento è meglio di niente, dopo aver affossato la prospettiva di magnifiche sorti e progressive per il paese. Nel frattempo, il formidabil monte ruggisce nelle viscere e, prima o poi, esploderà. (g.r.)

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