HAIKU COME SFIDA di Davide Puccini

 

Come è noto, l’haiku è un componimento poetico tradizionale giapponese di soli tre versi, rispettivamente di cinque, sette e tre sillabe, che deriva da un’altra forma tradizionale, il tanka di cinque versi, per la perdita degli ultimi due. Si tratta dunque di una poesia brevissima, che richiede un’espressione concentrata al massimo. Ora, mentre in Giappone si è verificata da tempo una ribellione nei confronti di queste forme tradizionali, percepite ormai come una gabbia troppo angusta, in nome della libertà creativa, esse si sono radicate sempre più profondamente in Occidente, dove la costrizione è vista magari come antidoto opportuno alla faciloneria dilagante del verso libero. Ma è ovvio che il passaggio non è stato senza conseguenze, e l’haiku, in origine legato a precisi contenuti, è stato reinterpretato liberamente.

Non è la prima volta che Mariella Bettarini si dedica a questo tipo di esercizio poetico, ma negli Haiku alfabetici che abbiamo sott’occhio ha organizzato un intero libro in modo del tutto nuovo: si basa sulle ventisei lettere dell’alfabeto, associando una parola a ogni lettera e dedicando cinque haiku a ogni parola. Che le lettere siano ventisei, comprendano cioè anche quelle estranee all’italiano, accresce naturalmente la difficoltà di composizione, rendendo più avvincente la sfida; ma è più importante notare che gli haiku di ciascuna serie sono spesso strettamente legati tra di loro, cosa certo estranea al genere tradizionale, e talvolta si ricorrono affannosamente in un serrato gioco di frasi interrogative, di domande incalzanti e di risposte che non sempre sciolgono il dubbio insito nella domanda.

In qualche caso è addirittura possibile ravvisare un vero e proprio svolgimento che per intenderci possiamo definire narrativo, sia pure fortemente scorciato. Per esemplificare citiamo Quando: «Quando son nata / (or son sette decenni) / c’era la guerra // Quando crescevo / ancora vidi buio /fuori ed in casa // Quando potei / vidi – scrissi una pace / pace cercando // Quando ancor crebbi / (eran passati anni) / vennero amori // Quando avverrà / quando verrà l’addio / ancora pace». Come si vede, nel breve volgere di cinque haiku, per un totale di appena quindici versi, è compresa tutta una vita. In Zenith possiamo trovare perfino un legame sintattico tra due componimenti contigui: «Cos’è lo zenith? / è – sì – l’intersezione / tra l’orizzonte… // … e tutto il cielo – / il cielo che sta sopra – / sopra la testa».

Qualche parola, infine, va spesa sulla raffinatezza delle edizioni Il ramo e la foglia di Roma, per le quali il libro compare. Sia la copertina che reca la foto rami di mandorlo fioriti sullo sfondo del cielo azzurro, sia il piccolo ramo fogliato che compare sul margine superiore destro di ogni pagina dispari, si addicono bene al genere, in origine indissolubilmente legato alla Natura.

Mariella Bettarini, Haiku alfabetici, Il ramo e la foglia edizioni, Roma 2021, pp. 72, Euro 12.

 

2 Commenti

  1. Grazie di tutto cuore per la pubblicazione della recensione di Davide Puccini al mio libro di haiku.
    Mille auguri e cari saluti da
    Mariella Bettarini

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