Marco Cosentino, Domenico Dodaro, Luigi Panella, I fantasmi dell’Impero

Massimo Michelucci

Il criminale impero fascista

Il libro è un romanzo storico ambientato nell’Etiopia, dopo l’attentato al Viceré Graziani, un’epoca coloniale italiana, ritardata, più tragica di quelle classiche. Nella ricostruzione colpiscono i documenti di archivio, ma ci sono anche due storie d’amore e una indagine giudiziaria, le aule e i documenti di giustizia sono da sempre luogo di buona pesca per letteratura. Insomma al romanzo non manca niente, tutto è amalgamato in modo perfetto.

Stupiscono soprattutto i risultati storici. Il fascismo razzista volle l’impero. La guerra per ottenerlo, condotta da un esercito moderno, con tanti mezzi, armi e aerei, fu sanguinaria e piena di episodi criminali, stragi, stupri, uso di gas. Il romanzo è uno sconquasso per il mito dell’italiano bravo soldato, a partire dal resoconto di uno stupro di bambine, considerate animali utili solo per l’appagamento sessuale di soldati ridotti allo stato di bestie. Del resto abbiamo visto foto di nostri bravi soldati che torturavano i prigionieri con cavi elettrici ai testicoli nella Somalia delle missioni di pace di pochi anni fa.

Il romanzo rende meglio di altri strumenti il clima dei fatti di una nefandezza assoluta, per la quale come paese dovremo vergognarci. Nel suo sviluppo la storia entra nei palazzi romani del potere, incontra Badoglio, e lo stesso Mussolini, e fa capire l’occupazione dello stato messa in atto da un partito unico, l’archetipo per una deriva vissuta dal nostro paese per tutto il dopoguerra democratico. Si può annotare divertiti che, grazie al fascismo, i partiti in Italia hanno goduto di un grande esempio.

Il protagonista, il Colonnello Bernardi Magistrato Militare, è incaricato nel 1937 di scoprire se dei fatti violenti di cui si sono resi responsabili soldati italiani, e dai quali sono scaturite rivolte, siano stati voluti da una componente politica per esautorare degli avversari, uno squallido gioco di potere. La sua indagine fatta di determinazione e acume, e sostenuta solo dalla sua coscienza, si conclude nel dopoguerra, senza ottenere risultati pubblici sul piano delle responsabilità.

Riguardo alla verità nella storia gli autori affrontano una analisi filosofica sulla quale non si può che essere d’accordo. Infatti, nel dilemma tra “la verità storica, i fatti realmente accaduti”, e la “verità processuale, quella che si può accertare attraverso le prove”, alla fine confessano di essersi convinti che “l’unica verità possibile è quella relativa, umana, imperfetta”, in quanto la “verità assoluta” è “inaccertabile” ed anche “inaccettabile”. Suggeriscono poi cautela verso i convincimenti, che per la verità possono essere pericolosi come le bugie, e mettono in guardia il ricercatore anche rispetto al suo orgoglio, ed al suo ritenersi dalla parte giusta, perché poi tale parte non è posizione che può mai definirsi certificata. La loro è una sintesi chiara e semplice di un infinito dibattito storiografico.

Per finire un rimando personale. Un altro protagonista, il tenente Valeri, è un appassionato di fotografia che nel negozio Foto Ottica Bongi a Firenze, vicino al Ponte Vecchio, acquista una mitica Leica che usa poi in Etiopia. Racconta di essere entrato innumerevoli volte da Bongi, affascinato dalla vetrina e dal proprietario. Anch’io posso vantare simile esperienza, non c’è mai stata una volta che, andato a Firenze, non sia passato dal Bongi, e non mi sia affacciato alla sua vetrina, naturalmente in anni ben più recenti. Il negozio è sempre stato lì, come oggi, ed io sempre ho guardato a bocca aperta le fotocamere esposte.

Come non essere innamorato di un protagonista cui mi accomuna la stessa passione! Tanto da poter confermare due verità certo relative, imperfette e quindi umane:

a) la verità storica assoluta è inaccertabile.

b) i motivi per i quali un libro cattura un lettore rimarranno sempre insondabili.

Marco Cosentino, Domenico Dodaro, Luigi Panella, I fantasmi dell’Impero, Sellerio, Palermo, 2017, pp. 542, € 15,00.

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